1.00.
Nella descrizione, della prima metà dell'Ottocento, dell'Angius il centro di Ollastra Usellus ( V Angíus in G. Casalís, Dízíonarío Geografíco Storíco~ Statistíco-commerciale degli Stati di S. Al. il re di Sardegna compilata per cura del professore Goffredo Casalis, Torino 1833), dalla fine degli anni cinquanta del Novecento non più frazione di Usellus con la ridenominazione di Albagiara, era un piccolo villaggio - composto di 88 famiglie per un totale di 320 abitanti - articolato in quattro rioni/vicinati definiti di S.-Píetro, di Planu-Ibba, di Pinna Fiscura, di Su Foraxi, ripartiti da quattro assi stradali polarizzati su uno slargo frutto della risulta degli stessi.
Sugli assi stradali di antica origine, come si vedrà, storicamente si erano organizzati, per accumulazione lotti regolari di residenze aventi come epicentro la chiesa di San Sebastiano, con probabile primo impianto medievale, che allora come oggi risulta il luogo di culto più importante. Il suo rango è sottolineato, rispetto ai residui manufatti, anche architettonicamente nel prospetto curvilineo con coronamento ad arco inflesso, frutto d’interventi sei-settecenteschi i quali sono riconoscibili anche nelle cappelle laterali.
La chiesa di San Pietro, da cui deriva il toponimo di un rione/vicinato, pur essendo afferente all'insediamento urbano risultava e risulta eccentrica (all'interno del cimitero) e proiettata verso l'agro, in osservanza della consuetudine topografica del titolo che secondo un'antichissima tradizione lo vuole urbico ma sempre discosto dal centro abitato.
Gli altri due titoli di S. Barbara e di San Lussorio, già rurali nell'Ottocento e relativi originariamente ad antichi piccoli insediamenti, erano, al di là della loro moderna topografia extraurbana, oggetto di culto e di festeggiamenti di qualche rilevanza, tanto che la sagra, in onore del secondo, risultava ancora a metà del secolo, di rango sovracomunale e connotato da palio e corse di cavalli che depongono, al di là dei caratteri icnografici ed architettonici dell’impianto, per la sua antichità non diversamente dalle festività in onore di San Pietro che registravano la stessa tipologia di manifestazioni.
Il territorio di Ollastra Usellus/Albagiara era afferente ad un'area storicamente conosciuta come Parte Usellus, territorio che con Parte Montis e Parte Valenza si configurava incuneato tra le Barbagie, il Monte Arci e la Giara (M.G. Meloni, Il territorio giudicale, in AA. VV, La provincia di Oristano - L'orma della storia, Quartu Sant’Elena, 1990) e facente parte, nel passato, del Giudicato di Arborea.
Parte Usellus, il cui nome derivava dall'antica colonia romana di Uselis, più restrittivamente era compresa tra le propaggini del monte Arci, la Giara e le valli a ridosso del cosiddetto Campidano di Ales e ricomprendeva una serie di piccoli centri tutti allineati sulle strade che corrono parallele alla Giara a cui comunque risultano collegati.
Le vicende insediative che hanno, nel corso dei secoli, connotato Albagiara/Ollastra Usellus non possono prescindere dal richiamato contesto areale di pertinenza e ciò sia per la microscala delle sue attuali dimensioni amministrative che ne ridimensionano qualsiasi considerazione autonoma ed assoluta sia perché il territorio in questione è inserito, nelle sue dinamiche ed accezioni geografiche e storiche, in 'un'area affatto più vasta di. quella amministrativamente oggi riconosciuta, che potremo definire di margine e che ricomprende, nei processi conseguenti, anche Parte Usellus, Parte Montis e Parte Valenza sottoposte tutte, nel corso dei millenni, complessivamente a molteplici processi di differenziata origine.
Tra questi quello registrabile con maggiore chiarezza e persistenza è riconducibile alla fase romana.
Risulta di conseguenza, nelle sue strategie ed obiettivi, eterodiretto, ancorché nel dettaglio risenta delle dominanti geomorfologiche del luogo e delle preesistenze etniche e storiche.
Attiene direttamente all'organizzazione, in termini giuridici ed amministrativi più compiuti, del territorio che inerisce nella trasformazione fisica del paesaggio, in prima istanza, attraverso una intensa infrastrutturazione che ha coinvolto da subito e nella prospettiva l'ambito territoriale di cui fa parte Ollastra Usellus-Albagiara lasciandovi tracce irreversibili finanche nella genesi e nella forma dell'attuale insediamento urbano.
L'altro processo, coinvolgente nondimeno tutta la vasta area contermine in cui la varietà geografica e culturale hanno un peso specifico di. rilievo, tende a contaminare elementi che trascendono dai processi allogeni di macroscala e si attesta su forme di continuismo e di persistenza che attengono le tipologie insediative, i caratteri ed i materiali costruttivi, le ripartizioni territoriali e financo, attraverso i secoli, la scala economica ed antropica.
2.00.
Il carattere cantonale e residuale del territorio di Ollastra Usellus/Albagiara è del tutto apparente e soprattutto recente.
Nel passato risulta essere al centro di dinamiche piuttosto intense che nel periodo romano risultano interdipendenti con la messa in opera di una poderosa rete stradale e con essa delle infrastrutturazioni necessarie per la sua manutenzione ed il suo esercizio e gestione.
Il processo appare attivarsi in fasi precoci, a ridosso dell'arrivo dei Romani in Sardegna, a causa della necessità di militarizzare le aree "interne" e più segnatamente, nel nostro caso, di controllare un'area che afferiva sia a località ad alta presenza indigena, di cui erano evidenza manufatti tra i più rilevanti della Sardegna preromana da una parte, e dall'altra ad aree con presenze puniche che, specie a partire dal tardo IV secolo AV.C., sia nel territorio tarrense e neapolitano sia nell’oristanese, fino alle propaggini montane, sono documentate capillarmente.
La trasformazione delle forme di occupazione dei territori di questa zona nella tarda età punica sembra trovare ascendenti nella sospetta attivazione di forme di produzione latifondista che spiegano anche le vicende politico-militari, registrabili per tutta la fine del III secolo e l'inizio del II secolo AV.C., tra gruppi di aristocratici punici ormai sardizzati, e di cui nel nostro territorio esistono tracce epigrafiche ancora in piena età romana, e le truppe residenti nelle fortezze messe in essere.
La militarizzazione del nostro territorio, che le strade presuppongono ai fini di un meticoloso controllo, trova un corretto riscontro nella regione geografica di cui si tratta nei tre centri fortificati attivati, con pochi margini di incertezza nel II secolo AV.C., di Aquae Hypsitanae, in seguito ridenominato Forum Traiani (attualmente Fordongianus), di Valentia, a ridosso dell’attuale Nuragus, e di Uselis, che coincide con il centro di Usellus (P. Meloni, La Sardegna romana, Sassari 1990, p. 133).
Uselis risulta giuridicamente forse municipio elevato, nel II secolo d. C.-, al rango di colonia per quanto tuttavia non se ne conosca la deduzione (Isdem, ibidem pp. 169, 264).
Tutti i tre centri sono arealmente non molto distanti tra di loro e contigui al territorio in esame. Risultano topograficamente dislocati ai margini delle Civitates Barbariae che, ripetutamente, avevano creato problemi a partire dal primo insediamento dei Romani in Sardegna.
Non pare tuttavia di registrare smobilitazioni neanche in fasi successive e segnatamente quelle tardo romane poiché dalla necropoli di Asuni a nord di Usellus un'iscrizione segnala la presenza di corpi scelti (Meloni cit. p. 359).
L'intensa discussione sul ruolo nel mondo antico di Uselis, definita dalla documentazione letteraria colonia Iulia Augusta Uselis, e sui tempi e modi della sua ascrizione al rango di municipio e di colonia - certamente per il primo status si è propensi per la tarda fase augustea e per il secondo per il principato traianeo - acclara non solo sull'interesse da parte dei Romani per questo territorio, in ragione del suo ruolo strategico, ma soprattutto acclara sulla definizione della forma del territorio in virtù della presenza di cives romani - e di conseguenza di proprietà sia private che pubbliche - che il suo stato giuridico presupponeva.
La contiguità dei territori fa propendere per l'inclusione nel territorium della colonia anche quello di Ollastra Usellus/Albagiara che dev'essere interpretato per il lungo periodo romano, a partire dalla fase repubblicana fino a quella tardo imperiale, all'interno del sistema latifondista che, sul piano dell'articolazione fisica in Sardegna, si configura connotato dalla presenza di fattorie/villae interdipendenti con le specifiche vocazioni dei territori che nel nostro caso erano vistosamente cerealicole con episodi di scala e tutte relazionate agli assi stradali portanti ed ai succedanei diverticoli.
Degli stessi percorsi stradali, relazionati da una parte con S. Maria Aquas di Sardara e con Neapolis - con cui il legame e sembra davvero importante se un'iscrizione funeraria recante un etnico di origine neapolitana è stata rinvenuta ad Usellus - dall'altra ed infine con Fordongianus, rimane d'altra parte un’importante testimonianza epigrafica in cui Uselis risulta citata come tappa.
D'altra parte il suo ruolo difensivo e militare non poteva che indiziare in tal senso ancorché la località risulti, agli albori del III secolo d. C., ignorata dall'Itinerario Antoniniano nella tratta conosciuta all'interno del sistema stradale di Sardegna come Neapoli Usellum, richiamata anche [usque Us (ellum)] epigraficamente, che proseguiva a nord per Forum Traini che non diversamente risulta uno snodo stradale e difensivo di rara rilevanza.
Sul piano fisico al di là delle macroscopiche testimonianze poliorcetiche sempre segnalate nell'arca di S. Reparata di Usellus, in cui bisogna identificare l'antico centro romano, il tracciato è di evidenza nella stessa articolazione insediativa che ancora nell'Ottocento si registrava ad Ollastra Usellus/Albagiara, fin qui nient'affatto considerata in tal senso.
Va riconosciuto che il nucleo originario del nostro centro dev'essere ascritto ad una mansio posta all'incrocio derivato da un asse stradale portante - proveniente da Santa Maria Aquas e che tramite Simala ed Albagiara era diretto ad Usellus - e da diverticoli secondari che servivano aggregati rurali dislocati sul versante orientale del territorio.
La sosta, non conosciuta sul piano epigrafico o dalle fonti, deve essere inquadrata metrologicamente all'interno dell’articolazione miliaria. Dalla stessa, come si è detto, bisogna supporre ripartizioni di tracciati residuali in direzione della Giara da una parte ed a nord verso Usellus dall'altra per proseguire alla volta di Fordongianus.
Tutto il percorso reca tracce evidenti d'infrastrutturazioni non secondarie, il cui uso è registrato senza soluzioni di continuità ancora in epoca moderna, e della penetrazione di merci, di usi e costumi allogeni, e di culti quale quello di Iside, i cui riscontri provengono da territori a nord di Usellus affatto interni rispetto ai contesti urbani (Meloni cit. p.392) e giustificabili per lo status giuridico della colonia e del suo territorio.
3.00.
In quello che oggi è amministrativamente il territorio di Albagiara/Ollastra Usellus permangono tracce evidenti dell'intensa infrastrutturazione che storicamente si documentano a raggiera in diverse zone del territorio che nella sua globalità bisogna definire storico.
Si segnalano precipuamente quelle da diverso tempo documentate e registrate di Is Bingias, di Cuccuru Ruda, di Nuraghe di San Lussorio C. Puxeddu, La Romanizzazione, in AA. VV., Diocesi di Ales - Usellus – Terralba - Aspetti e valori, Cagliari 1975) e che allo stato, nonostante le progressive obliterazioni, sono ancora riconoscibili.
Si tratta d'insediamenti disposti su diverticoli di penetrazione in direzione della giara perpendicolari all'asse stradale che proviene da Santa Maria Aquas di Sardara attraverso Simala.
Due degli aggregati risultano topograficamente più spostati verso oriente rispetto agli altri che si dispongono quasi a ridosso dell'asse principale.
Si tratta di aggregati di vasta estensione di cui si conservano ancora tracce materiali la cui rilevanza è differenziata.
Da tutti proviene cocciame che ricomprende la lunga fase romana dai tempi della repubblica fino al tardo impero con persistenze ancora in fase primo altomedievale in virtù della presenza, nella terra smossa e per larghi. tratti di sigillata chiara africana, categoria fittile ancora in produzione in nord Africa fino alla caduta di Cartagine, alla fine del VII secolo d. C..
La regolarità della distribuzione degli aggregati li fa ascrivere alla categoria delle fattorie/villae allestite nel corso della fase romana per lo sfruttamento intensivo della terra secondo un sistema di produzione altrimenti conosciuto come schiavile, qui chiaramente praticato anche per la presenza nel territorio di proprietà private di cives romani.
Uno degli elementi, che dei siti richiamati mette conto sottolineare come connotante, è il fatto che gli insediamenti romani insistono su preesistenze indigene con emergenze architettoniche di periodo nuragico affatto rilevanti che in parte sono state riutilizzate.
Il carattere di persistenza e di lunga durata di alcuni di questi siti li rende affatto interessanti al fini di un migliore inquadramento fisico ma anche economico del territorio. Dal punto di vista fisico, la dominante preesistente interfaccia con il regolare disegno infrastrutturale romano sortendo delle irregolarità nei rapporti metrologici tra le parti.
Dal punto dì vista storico va riconosciuto la tendenza. in ambiti extraurbani, di riutilizzare, ottimizzandoli, i contenitori esistenti con una prosecuzione d'uso che per lungo tempo ha fatto ritenere non romanizzate aree in virtù della connotazione architettonica e tipologica maggioritariamente nuragica.
Tra i diversi siti quello dì più cospicua consistenza è il sito di San Lussorio in cui si registra la non soluzione di continuità dalla fase nuragica fino all'impianto chiesastico dedicato ad un agiotoponimo martiriale di tipo guerriero che in Sardegna si diffonde in maniera capillare dalla fase tardoantica con una presenza altrettanto capillare in fase bizantina.
La contigua presenza dell'area di Nuraxeddu in cui si riconoscono, sia assise di un impianto nuragico ma pure una prosecuzione d'uso romana ed altomedievale, rimanda ad aggregati con contestualità di vita disposti su brevi emergenze lungo un ridotto tracciato stradale orientato a nord/nord-est sulla cui direttrice ulteriormente si registra Cuccuru Arruda/Ruda, non diversamente connotato dalla lunga durata, per via della non dismissione dalla fase nuragica fino a quella primo/altomedievale.
Sul fronte occidentale e settentrionale mette conto richiamare le località di Fraigu, di Bruncu Molas, di Domus Funtanas e di Grutta Su Basoni disposte quasi a riddosso dell'asse principale in direzione di Usellus, e restituenti nel terreno, materiale tardo repubblicano, imperiale e primo altomedievale.
4.00.
Topograficamente tutte le località richiamate ruotano intorno al nucleo dell'attuale centro insediato e richiamano la presenza di una serie di aggregati di rango differente, di cui alcuni allestiti su antiche strutture insediative nuragiche ed altri di nuovo impianto derivati dalla razionalizzazione dei percorsi stradali da parte dei Romani.
La continuità d’uso in fasi post romane è di evidenza su due fronti.
Il primo attiene la non dismissione dei tracciati precedenti che è ben noto furono affatto utilizzati a fini militari in fase altomedievali ancorché la manutenzione fosse meno puntuale rispetto alla fase precedente.
L'antico margine che separava le civitates barbarie dai luoghi d'intensa romanizzazione fu razionalizzato in quel limes che più che un confine fisico fu soprattutto una soluzione di tipo culturale con continue interferenze ed inferenze e tuttavia pattugliato attraverso la disposizione di escolche che prendono il posto di antiche fortezze insediamenti sia nuragici che romani.
Un segno di siffatta tendenza è dato dalla presenza di agiotoponimi affatto referenziati nella direzione della comprensione dei processi.
La presenza nel territorio di Albagiara/OIlastra Usellus di agiotoponimi quali San Giorgio, San Lussorio, Santa Barbara, San Pietro riconduce ad una presenza religiosa intensa fin dal cristianesimo primitivo con un ulteriore sedimentazione che possiamo collocare in fase altomedievale/bizantina con una connotazione di presenze militari che risultano essere i vettori dei culti appena richiamati.
Queste aree poste tutte su insediamenti preesistenti, unicamente all'area in cui si mette in opera la chiesa di San Sebastiano - che quasi certamente risulta essere sempre stata il fulcro - a loro volta garantiscono la prosecuzione d'insediamenti che tuttavia hanno nell'alto medioevo caratteristiche fortemente poliorcetiche secondo la tradizione insediativa che agli agiotoponimi richiamati viene riconosciuta.
La stessa articolazione topografica sembra in tal senso connotante e rimandare a ruoli ed a gerarchie tra i diversi titoli ed i relativi aggregati.
Una funzione che i titoli di San Giorgio e di Santa Barbara sembrano incarnare è quello di "pattugliare" la strada e l'insediamento principale da meridione mentre il titolo di San Lussorio svolge lo stesso compito sul versante settentrionale.
San Pietro disposto ad occidente, si è detto, risulta extra muros e, tuttavia, non diversamente dagli altri sulla via d'accesso all'insediamento principale.
L'antichità del sito di Albagiara/Ollastra Usellus, la sua persistenza senza soluzione di continuità dal mondo antico fino ad oggi, la sua rilevanza rispetto agli aggregati che gli stavano a corona sono ulteriormente documentati dalla sua presenza nell’elenco delle ville che pagavano le decime nel XIII/XIV secolo.
Afferente alla diocesi di Ales ed alla curatoria di Parte Usellus ed al giudicato di Arborea compare senza soluzione con la sua denominazione storica (P Sella, Rationes decimarum Italiae Sardinia, Città del Vaticano 1945) non diversamente da altri siti la cui vicenda insediativa datava da un tempo inferiore.
5.00.
Delle aree richiamate, sia di ambito rurale che urbano e tutte non diversamente ascrivibili ad un dimostrabile ambito storico, si deve registrare una consistenza fisica e materiale affatto differenziata.
Ciò per via di una forte azione alterativa all'interno del centro abitato dove intensa è stata la sostituzione dell'esistente, malgrado un vincolo paesaggistico ai sensi della L. 1089/39 , che registra anche l'occultamento di porzioni dei tracciati storici.
Tuttavia nel centro urbano si registrano ancora tracce delle antiche tipologie insediative e costruttive, in parte ancora insistenti sull'antico aggregato storico.
In ambito rurale risulta ancora consistente le presenza materiale nell'enclave compresso tra il Nuraxeddu e San Lussorio e l'area di Santa Barbara e San Giorgio o nell'estremo nord nell'area di Sa Grutta Su Basoni che sono da approfondire per quanto attiene la loro complessiva consistenza.
(c.f.r. P.U.C. – Piano Urbanistico Comunale all. 4: Analisi dello stato di fatto Relazione Storico Archeologica Relatore: Prof.ssa M. A. Mongiu).